Maria Francesca Gioè e Francesca Casale, forze della Natura scatenate all’Albatros

E’ tornato a parlare di riforme dell’Istruzione il premier Draghi nel suo discorso di presentazione al Senato del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) inviato a Bruxelles per l’approvazione. Come nel discorso di insediamento, quando pose l’accento sugli Istituti Tecnici Superiori quale risorsa contro la generale stagnazione del sistema scolastico e della produttività degli ultimi vent’anni, anche nel PNRR Draghi ha previsto un ampliamento dei fondi destinati al potenziamento del sistema ITS  superiore che comporti migliorie nel modello organizzativo e didattico (integrazione offerta formativa, introduzione di premialità e ampliamento dei percorsi per lo sviluppo di competenze tecnologiche abilitanti – Impresa 4.0), il rafforzamento della presenza attiva nel tessuto imprenditoriale dei singoli territori e una possibile integrazione dei percorsi ITS con il sistema universitario delle lauree professionalizzanti.

Insomma, una riforma che premia gli Istituti Tecnici Superiori e il loro valore di risorsa per il futuro culturale e lavorativo dei giovani che sappiano cogliere le opportunità offerte.

Opportunità che possono anche discostarsi dalle iniziali idee professionali, come sanno bene Maria Francesca Gioè e Francesca Casale, che attraverso l’ITS Albatros di Messina, hanno scoperto la loro “vocazione” professionale.

  • Sono entrata all’Albatros quasi per caso, cercavo un percorso che mi consentisse di approfondire le mie conoscenza tecniche nel settore Agrifood e gastronomico in genere – ci ha raccontato Maria Francesca – In realtà ho scoperto di vivere una dimensione parallela che mi ha aperto un mondo nuovo. Tieni conto che ho una formazione classica, ho insegnato materie letterarie dopo essermi laureata in scienza dell’educazione, ma ad un certo punto della mia vita ho sentito il bisogno di cambiare e ho scelto di scommettere sulla mia passione: la cucina territoriale. Per farlo ho scelto lo strumento che ritenevo più “duttile”, il catering, ma sentivo di avere delle carenze tecniche che la mia solita “voglia di conoscenza” mi spingeva a colmare. Degli amici mi hanno parlato dei Corsi offerti dall’ITS Albatros, ma evidentemente non avevano le idee molto chiare perché tutto sono fuorché meri corsi di cucina.

E cosa sono?

  • Sono finestre aperte sul mondo di chi è disposto a scommettere sul proprio futuro, sono porte che si possono spalancare su “universi” paralleli di conoscenze inattese, varchi che mi stanno portando anche verso altri progetti.

Progetti tutti tuoi?

  • La mia vita è caratterizzata da “cose” solo mie, dalle fatiche, dagli sforzi e dall’impegno per essere sempre all’altezza delle situazioni. Io non ho nessuno ad aiutarmi, a sostenermi, tolto ovviamente mio marito e i figli: non ho più la mamma, non una suocera, non ho sorelle, non ho nessuno al mondo, nell’universo… Vedi, anche mio marito per lavoro parte al mattino presto per tornare la sera tardi, per cui per anni ho dovuto dedicarmi ai bambini che sono quasi gemelli, distanziandosi di solo un anno e mezzo. Al tempo gestivo da anni una piccola struttura che fungeva da asilo e doposcuola e io mi dedicavo soprattutto alle lezioni private, ma era troppo impegnativo avendo i bimbi piccoli ed ho dovuto lasciare tutto.

Sei pentita?

  • No, non rinnego niente, era quello che volevo fare, così come anni dopo ho scelto di ricominciare. Comprendimi, ero abituata a stare fuori a lavorare per 12 ore consecutive, poi più nulla, solo la famiglia e la mia passione per la cucina. Un giorno ho capito che potevo fare della mia passione una professione. Ho deciso che potevo comunicare me stessa attraverso il cibo.

Hai aperto un locale?

  • No, assolutamente! Avevo bisogno di sentirmi libera! Quindi ho scelto di avviare un’attività di catering perché mi consente di gestire i tempi, di trasmettere la mia personalità. Per farlo, però, sapevo di dover approfondire le mie competenze tecniche perché io cucino come cucinava la nonna, nel rispetto tradizione: ripropongo ricette che si stanno perdendo.

E adesso come sta andando la tua attività?

  • Mah, prima del Covid bene, ho iniziato nel giro delle amicizie, sono arrivata anche a cucinare per una sessantina di persone, tutto da sola. Adesso ovviamente è tutto fermo, ma spero che si riparta in fretta.

Ripartire da dove?

  • Dai sogni, dai nuovi progetti, dalla vita.

E quali sono i tuoi nuovi sogni?

  • Vedi, essendo una persona abbastanza socievole mi piace l’idea del catering che mi consente di avere un rapporto con le persone che amano mangiare quello che io preparo. Ma io sono molto di più: amo la storia, il territorio, il gusto ed amo raccontarlo. E’ il mio punto di forza. Recentemente abbiamo fatto con un professore un progetto in cui ci è stato richiesto di realizzare un video in cui si raccontasse una ricetta. Con il mio gruppo abbiamo scelto di preparare una ricetta della tradizione messinese, le braciole di pesce spada a ghiotta. e montato il video partendo anche da quello che è un racconto storico e del piatto. Ecco, qua mi si è accesa una lampadina! Ho capito che forse è la comunicazione la mia strada, parlare di me, del territorio, attraverso il cibo. E’ Quello che ho sempre fatto, che mi riesce meglio e grazie all’Albatros e alle competenze trasversali acquisite, ora ho gli strumenti per farlo.

Insomma, l’ITS ha fatto venire fuori la vera te…

  • Diciamo che io sono sempre stata così, ma l’Albatros mi ha plasmata, levigata nel rispetto di una forma che già c’era.

Quindi nel tuo futuro cosa vedi?

  • Vedo un blog dove insieme ad un gruppo di amici, perché questo è che siamo diventati noi allievi del corso 25 dell’ITS Albatros, racconteremo di noi, della storia della nostra Isola, ciascuno con le proprie competenze. Io mi occuperò della realizzazione delle ricette, poi c’è la persona che si occupa delle riprese, quella che curerà la parte pratica della gestione e altre due o tre che collaboreranno con noi.  Tutto sempre partendo dalla tradizione perché per me questo è un punto importantissimo: una tradizione sicuramente non rigida perché comunque ormai un po’ tutti ci siamo aperti ad altri gusti, anche molto diversi dai nostri. Una cucina che, come ti ho più volte sottolineato, racconti un territorio che offre molti spunti interessanti: i laghi di Ganzirri, la parte del centro storico con i suoi palazzi in stile Liberty, le Chiese storiche, le escursioni sui colli dove il turista potrebbe avere la possibilità di abbinare un menù tipico che gli verrebbe proposto fra più opzioni.

Opzioni sembra essere la formula magica che vale anche per Francesca Casale, anche lei allieva del corso ITS Albatros che ha scelto di ampliare le proprie conoscenze in ambito agroalimentare, pur avendo alle spalle anni di hosting ben avviato nel settore della ricettività destinata all’ospitalità dei familiari (o dei pazienti) ospedalieri.

  • Avendo due appartamenti a disposizione, avevo deciso di percorrere questa strada avviando due B&B specifici per determinate esigenze. Poi è arrivato il Covid ed ha cambiato tutto, costringendomi a cambiare rotta.

Ma il corso Albatros come si inquadra in questo contesto?

  • Volevo consolidare le mie conoscenze per migliorare i servizi che offrivo, poi, come ti dicevo, è arrivato il Covid che insieme alle possibilità che nel frattempo iniziavo a vedere frequentando il corso, mi hanno spinto verso un progetto decisamente più ambizioso e difficile.

Ovvero?

  • Aprire un Bio B&B a Km 0, dove ogni dettaglio sia imperniato sul rispetto dell’ambiente e sulla sostenibilità: dai materiali utilizzati nell’arredo, all’offerta alimentare.

Una vera e propria sfida, insomma, quella che ti prepari ad intraprendere.

  • Si, ma del resto credo faccia parte della natura umana essere mutevoli, l’importante è cogliere le opportunità che ci vengono date.

Eppure sembreresti una persona molto mite, poco “avventurosa”

  • Sono l’esempio vivente del detto “Le apparenze ingannano”, in realtà sono una donna esuberante ed incapace di restare inattiva, amo le sfide e il corso Albatros, con lo stage fatto alla Biomorf dell’Università di Messina, mi hanno dato la possibilità di mettermi alla prova anche in campi che non credevo fossero prettamente nelle “mie corde”. E’ stata dura ma sono molto orgogliosa del percorso fatto, adesso mi sento molto più preparata di quando mi sono approcciata a questo cammino e non vedo, onestamente, l’ora di rimboccarmi le maniche per mettere a frutto quanto sino ad ogni appreso.

Che dire, due vere e proprie forze della Natura a cui facciamo il nostro più caloroso in bocca al lupo per le loro avventure future.

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